Campania

Januarius. Napoli - Lo spaghetto della Santissima Trinità Januarius. Napoli - Lo spaghetto della Santissima Trinità © I Templari del Gusto

Januarius. Napoli

Siamo a Napoli, proprio di fronte al Duomo. Qui c’è Januarius, vero “luogo di culto” per gli amanti e appassionati della buona cucina napoletana. Ma andiamo per gradi. Già entrando l’impatto è notevole, il locale è originale, curatissimo, studiato in ogni dettaglio, con tanti richiami a San Gennaro. Infatti il locale (come si evince anche dal nome) è dedicato proprio a San Gennaro, il Patrono verso cui i napoletani hanno un misto di riconoscenza e devozione.
Qui da Januarius si celebra il “miracolo del buon gusto”, come si legge anche sull’insegna all’ingresso.

Januarius Ingresso
Januarius - Ingresso

Januarius è sia ristorante che bottega, il concetto è chiaro: poter acquistare tutti i prodotti usati nella loro cucina. Qui puoi trovare prodotti di eccellenza (in genere campani e comunque prevalentemente del Sud) e ottimi vini.
All’ingresso c’è il banco con i salumi e i formaggi e la bottega dove poter scegliere e comprare. Le sale con tavoli e sedute sono due. In totale ci sono poco più di 40 coperti. C’è anche un angolo del locale dedicato allo street food (chiaramente partenopeo).
Ci accompagnano al nostro tavolo, molto caratteristico, in un angolo della sala a destra, quella che ha alle pareti anche le mensole con prodotti e vini. Molto bello e studiato anche il gioco di illuminazione e chiaroscuri. L’atmosfera è davvero particolare, un mix di raffinatezza e intima convivialità. Diamo un’occhiata al menù, definito “liturgia partenopea”.

Il nostro tavolo
Il nostro tavolo

Da bere prendiamo una minerale e due calici di Aglianico D.O.C.“Centovie” di Orneta un rosso corposo con sentori di frutti rossi, avvolgente con un buon equilibrio. Scegliamo per cominciare un classico: peperone imbottito (peperone ‘mbuttunato) con carne macinata di scottona, olive nere caiazzane, capperi di salina e provola affumicata. Di un buono pazzesco, un profumo sublime e un ripieno paradisiaco. Poesia del territorio.

Peperone mbuttunato
Peperone mbuttunato

Non possiamo esimerci dal degustare un tagliere per due e optiamo per quello denominato miracoloso, ossia la selezione delle eccellenze di Januarius. E abbiamo fatto benone, qui davvero siamo di fronte a prodotti di qualità assoluta. Lonza di suino rosa beneventano, mortadella di Bologna sette chiese biologica, capocollo stagionato di maiale nero casertano, pancetta dolce arrotolata di mailaino nero. Come formaggi, un Salva cremasco, formaggio Dop vaccino con 5 mesi di stagionatura, provolone del Monaco Dop semistagionato, pecorino sardo con 12 mesi di stagionatura, e tuma persa siciliana stagionata. Tutto meraviglioso con una nota di merito per la pancetta che si scioglieva letteralmente in bocca, per la mortadella (divina), tra i formaggi ho apprezzato moltissimo il mio adorato provolone del Monaco e il pecorino sardo.
C’erano anche delle olive condite e una vera chicca, il peperone “Sciuscillone” crusco di Teggiano, perla del Vallo di Diano. Un Tagliere denominato “miracoloso”e mai aggettivo fu più azzeccato. Davvero super.

Tagliere miracoloso
Tagliere miracoloso

 Come primi abbiamo scelto uno spaghetto alla Nerano, spaghetti artigianali di Campo Reale, zucchine, “ciurilli”, sfoglie di provolone del Monaco Dop, parmigiano reggiano Dop, pecorino romano Dop, basilico e menta fresca. Cottura perfetta, equilibrati, cremosi, gustosi. Davvero un piatto della tradizione ben eseguito.

Lo Spaghetto alla Nerano
Lo Spaghetto alla Nerano

L’altro primo è lo spaghetto della Santissima Trinità, spaghetti artigianali di Campo Reale, pomodoro San Marzano Dop, pomodorino del piennolo del Vesuvio Dop, e pomodorino di Corbara. Tre tipologie di pomodori campani meravigliosi, da qui il nome del piatto. Un sughetto profumato e invitante che ci ha costretti alla scarpetta. Non sarà elegante e chic, ma chissefrega.

Spaghetto della Santissima Trinità
Spaghetto della Santissima Trinità

Siamo sazi ma un secondo in due vogliamo provarlo. La scelta ricade su un altro classico: il baccalà con scarole alla napoletana. Eccellente. Il “mussillo di baccalà”, bello alto e spesso, sodo, compatto, profumato, cotto al vapore con la mitica scarola fatta con capperi di Salina, acciughe di Cetara e olive nere di Gaeta. Mi sono consolato. Chapeu..

Baccalà con scarole alla napoletana
Baccalà con scarole alla napoletana

Saltiamo il dolce, prendiamo due amari (Jefferson) e chiediamo il conto. Paghiamo per il nostro pranzo poco più di 45 euro a persona. Conto di certo non economico ma adeguato al contesto, alla location e alla grande qualità e scelta delle materie prime. Del resto si sa, la qualità si paga.

Januarius è una perla. Qui puoi gustare la cucina napoletana esaltata dalla mano dello chef e dalla scelta certosina e accurata delle materie prime, tutte di grande qualità.
Il locale si trova proprio di fronte al Duomo ed è caratteristico e curato. Bella l’idea della bottega, in pratica si possono comprare anche in bottega gli stessi prodotti (eccellenti) scelti e usati da loro in cucina. Da rimarcare la qualità di salumi e formaggi, meraviglioso il peperone ‘mbuttunato, buoni i primi, da standing ovation il baccalà.
Tornerò di sicuro a provare la loro genovese (altro piatto che va per la maggiore così come la pasta e patate nella loro versione arricchita con porcini).
Il titolare Francesco è gentile, appassionato ed è sempre pronto a venire incontro alle esigenze del cliente. Indirizzo che entra di diritto nella nostra guida dei locali da non perdere. Rivelazione.


Januarius
Via Duomo, n. 146/148
Napoli
Tel. 081 014 5980
Visita la pagina Fb di Januarius

Ultima modifica il Mercoledì, 15 Dicembre 2021 21:49
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Brian Liotti

Brian, non fatevi ingannare dal nome, nasce a Napoli sotto il segno dei pesci e mostra fin da piccolo spiccate capacità artistiche e senso estetico. E' giornalista, speaker radiofonico di fama nazionale, direttore artistico, autore, presentatore, blogger, gastronomo per passione ed esperto di marketing e comunicazione. E' un grande appassionato di food, profondo conoscitore dei prodotti tipici, ha un debole per i borghi storici ed è uno strenuo difensore delle tradizioni anche a tavola, contro ogni forma di omologazione e "globalizzazione del gusto". I suoi racconti e le sue recensioni, sempre molto dettagliate, sono paragonabili ad un viaggio dove il gusto cede il passo alle emozioni.

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