Puglia

Venerdì, 01 Marzo 2019 22:00

Locanda Nonna Rosa. Somma Vesuviana (Na)

Il trionfo del baccalà in ogni sua declinazione

E’ una piacevole serata, siamo un gruppo di 8 templari desiderosi di una nuova avventura culinaria. Decidiamo di cenare a base di baccalà e scegliamo Somma Vesuviana. Il baccalà (il merluzzo salato) e lo stoccafisso (o “stocco”, il merluzzo essiccato all’aria fredda), un tempo erano piatti poveri, oggi invece sono piatti per palati sopraffini e di grande interesse per chi ama la buona tavola.
Somma Vesuviana è per tradizione consolidata negli anni la patria incontrastata del baccalà: ci sono grandi aziende di importazione, lavorazione e vendita di questo pesce. Somma Vesuviana poi ha tra i suoi prodotti più importanti anche i fantastici pomodorini del “piennolo” e l’uva “catalanesca”, un tipo di uva bianca introdotta dagli spagnoli (proveniente dalla Catalogna) che si trova solo in quest’area e che qualche azienda della zona e contadino locale stanno cominciando a vinificare in purezza (il risultato è un vino bianco dolce e molto fruttato).
L’indirizzo scelto per cena è una nostra vecchia conoscenza. La Locanda nonna Rosa, in Via Mercato Vecchio, il regno dello chef Vincenzo Nocerino, colui che anni fa ci ha “rapito” con la sua genovese di baccalà. Siamo tornati anche per gustare di nuovo questo piatto meraviglioso, presente da sempre sul menù .
Parcheggiamo comodamente lungo la strada a pochi metri dal locale.
Si suona al campanello di una porta che sembra quella di una casa, ci accoglie Rosaria, gentile, affabile e sempre sorridente.
Abbiamo prenotato “miracolosamente” il nostro tavolo, ci accomodiamo. Il locale è minimale, arredato in maniera sobria, con gusto ed è chiaramente impostato su una filosofia del mangiare “lento”, dello slow food in modo da assaporare i dettagli, le sfumature. L’atmosfera è accogliente e curata.

Rosaria cura la sala insieme al personale, mentre in cucina c’è suo marito, lo chef Vincenzo Nocerino. I due formano una squadra affiatata e vincente. Diamo un’occhiata al menù, ci sono due proposte di menù degustazione ma scegliamo di ordinare “a la carte”. Ordiniamo da bere una minerale e vino bianco della casa da uve “catalanesca” (siamo a Somma Vesuviana of course !). Arrivano i loro pani...

I paniI pani

Prima dell’antipasto ci servono un graditissimo benvenuto: mini-tacos di baccalà con marmellata di cipolla rossa di Tropea.

mini tacos di baccalà con marmellata di cipolla rossa di TropeaMini tacos di baccalà con marmellata di cipolla rossa di Tropea

E un piccolo crocchè di patate e baccalà con polvere di friarielli. Notevole ….

Crocchè baccalà e patateCrocchè baccalà e patate

Scegliamo gli antipasti. Sei di noi optano per baccalà affumicato con spuma di ricotta aromatizzata al limone e mela annurca. Meraviglioso il baccalà, lavorato e curato con maestria con quel perfetto sentore di affumicato e la delicata spuma di ricotta al limone e mela annurca. Davvero un piatto di

baccalà affumicato con spuma di ricotta aromatizzata al limone e mela annurcabaccalà affumicato con spuma di ricotta aromatizzata al limone e mela annurca

Non da meno il baccalà con insalatina di rinforzo, giusto per tenerci nella tradizione. Davvero interessante questa reinterpretazione di un piatto tipico della tradizione natalizia partenopea, originale la scelta di presentare il baccalà in una polpetta bella croccante.

Baccalà con insalatina di rinforzoBaccalà con insalatina di rinforzo

Interessante lo stoccafisso cotto a vapore con zucca e patate. Nota di merito per la lavorazione e l’esecuzione, a dir poco perfette.

Stoccafisso con zucca e patatejpgStoccafisso con zucca e patate

La nostra cena prosegue ….
Decidiamo di gustare tutti un assaggio di linguine “Gerardo di Nola” con aglio, olio , peperoncino, stoccafisso, broccoli baresi e pane croccante al pomodoro. Un primo piatto ben strutturato ed equilibrato.

Linguine con aglio olio peperoncino stoccafisso broccoli baresi e pane croccante al pomodoroLinguine con aglio, olio, peperoncino, stoccafisso, broccoli baresi e pane croccante al pomodoro

Il non plus ultra lo raggiungiamo con le candele “Cavalier Cocco” alla genovese di baccalà. Pura poesia. Questo primo piatto è da sempre presente in carta e il perché è di facile comprensione. Già anni fa ci colpì, se possibile a distanza di tempo è addirittura più buono. Una genovese delicata, profumata, davvero da provare.

Genovese di baccalà Genovese di baccalà

Gustiamo anche un piatto di tortelli ripieni di baccalà con crema di friarielli e grana padano. Sorprendenti, anche questi decisamente apprezzati.

Tortelli ripieni di baccalà con crema di friarielli e grana padanoTortelli ripieni di baccalà con crema di friarielli e grana padano

La serata scorre via piacevolmente, sembra di essere a casa di amici. Rosaria in sala è sempre sorridente, premurosa ed è prodiga di consigli e attenzioni. Intanto Vincenzo Nocerino è all’opera ai fornelli e non smetterà di stupirci.
Passiamo al secondo. Optiamo tutti per lo stesso secondo: baccalà scottato in padella con carciofi, chips di patata viola e patata affumicata. Proposta commovente, baccalà bello compatto, giustamente sapido, saporito che ben si sposava con il purè di patata affumicata, e molto buono il tortino di sfoglie di patate abbinato.

 Baccalà scottato in padella con carciofi chips di patata viola e patata affumicataBaccalà scottato in padella con carciofi, chips di patata viola e patata affumicata

Siamo davvero sazi, non troviamo lo spazio per un dessert. Anche se dalla cucina ci servono un piccolo predessert : mousse al limone con crumble croccante.

Mousse al limone con crumbleMousse al limone con crumble

Poi un giro di amari, distillati e nocino. Caffè per tutti e conto! Per questa cena abbiamo pagato poco meno di 40 euro a testa, prezzo corretto se consideriamo la qualità delle portate, la certosina lavorazione ed esecuzione dei piatti e l’ottima materia prima.

Il ristorante Locanda Nonna Rosa è un porto sicuro per chi ama il baccalà. Qui lo potete gustare a livelli eccelsi in ogni sua declinazione. Lo chef Vincenzo Nocerino si conferma alla grande. La sua genovese di baccalà (tra le tante cose) è superlativa. Tutto comunque è di assoluto livello.
Vincenzo è un grande talento capace di lavorare e valorizzare questo prodotto come pochi.
Nota di merito per il personale gentile e professionale.
Corretto il rapporto qualità – prezzo. Indirizzo da non perdere, garantiamo noi.
Ci rivedremo presto.

 

Locanda Nonna Rosa
Via Mercato Vecchio 106
Somma Vesuviana (Na)
Tel. 339 583 4227
Il sito web del ristorante Locanda Nonna Rosa

 

Pubblicato in Campania
Giovedì, 21 Febbraio 2019 20:54

La Cantina di Ciccillo. Gaeta (Lt)

Nel cuore della Gaeta Medievale una tappa da non perdere.

Siamo nella splendida Gaeta e trascorriamo la serata a spasso tra lungomare e centro storico, visto che si è fatta quasi ora di cena decidiamo di rimanere in zona e scegliamo di fermarci alla Cantina di Ciccillo, posticino che abbiamo visitato già tempo fa, ci siamo tornati. Abbiamo prenotato per tempo il nostro tavolo per quattro. Arriviamo intorno alle 20.30. Siamo nel cuore della Gaeta medievale in un caratteristico vicoletto che si trova proprio tra la Cattedrale (quasi sotto il campanile) e il lungomare. Veniamo accolti con garbo, ci accompagnano al nostro tavolo.

La Cantina di Ciccillo. Gaeta Lt IngressoLa Cantina di Ciccillo. Gaeta (Lt) - Ingresso

Il locale dentro è davvero notevole, bellissima la struttura e la particolarità della cantina (la parte più antica) costruita all’interno di mura medievali e addirittura sopra una’antica cisterna romana, ben visibile e dove ancora oggi arriva l’acqua piovana proveniente dalle montagne presenti di fronte alla Cattedrale. Grazie ad alcune zone del pavimento (trasparenti) la cisterna con l’acqua è ben visibile. La famiglia Vagnati è proprietaria di questa cantina dal 1837, e negli anni veniva usata per produrre olio e vino a livello amatoriale.

La Cantina di Ciccillo LAcqua nelle antiche cisterne romaneLa Cantina di Ciccillo - L' Acqua nelle antiche cisterne romane

La Cantina di Ciccillo oggi è un ristorante – enoteca curato e suggestivo, si compone di due ambienti, ben arredati, il moderno e l’antico si sposano alla perfezione. Nella sala dove ci accomodiamo noi domina la pietra a vista, c’è il pavimento in legno, e poi un bellissimo torchio antico per l’olio in pietra . Insomma la location è davvero bella e l’atmosfera particolare.

La Cantina di Ciccillo Particolare sala internaLa Cantina di Ciccillo - Particolare sala interna

Diamo un’occhiata al menù. Le proposte di mare e di terra sono interessanti. Ci colpisce la scelta di puntare su poche pietanze in carta (cinque antipasti di mare, tre di terra, quattro primi, quattro secondi di mare, quattro di terra, stop), c’è anche una piccola ma curata carta dei vini. Da bere ordiniamo una minerale e una bottiglia di Propizio IGP dell’Azienda agricola biologica Donato Giangirolami, con 100 % di uve grechetto. Si è rivelata un’ottima scelta, di un bel giallo paglierino, con interessanti note fruttate e minerali.
Arriva anche del buon pane locale. Ci portano delle meravigliose olive (of course siamo a Gaeta).

Olive di GaetaOlive di Gaeta

Decidiamo di prendere come antipasto la mitica tiella gaetana: due tranci di mare (con ripieno di scarola e baccalà, e polpo) e due di terra (con zucchine e provola, l’altra con le melanzane). Se siete a Gaeta la tiella non può mancare …

Tielle di GaetaTiella di Gaeta

Poi due antipasti denominati “prelibatezze di mare”, con insalata di polpo e seppioline, calamari ripieni, rana pescatrice alle erbe, salmone marinato a secco con agrumi, pesce spada marinato e frittatina di “cicinielli”.

Prelibatezze di marePrelibatezze di mare

La nostra cena scorre via piacevolmente, ordiniamo una seconda bottiglia di Propizio IGP grechetto 100 % dell’azienda Donato Giangirolami. Prendiamo quattro primi due piatti di conchiglioni ripieni di baccalà con vellutata di piselli. Primo piatto interessante, abbiamo trovato azzeccato ed equilibrato l’abbinamento del baccalà sapido il giusto con la dolcezza della vellutata di piselli.

Conchiglioni ripieni di baccal con vellutata di piselliConchiglioni ripieni di baccalà con vellutata di piselli

E due piatti di tonnarelli alla Ciccillo, uno dei piatti simbolo della Cantina, con gamberi, granchi, scampi, mazzancolle e pomodorini del piennolo. Un sapore che è difficile da descrivere.

Tonnarelli alla CiccilloTonnarelli alla Ciccillo

Siamo sazi, nostro malgrado saltiamo il secondo ma non possiamo esimerci dal chiudere la nostra cena in dolcezza: optiamo per una deliziosa caprese servita con una mousse di frutti rossi.
La caprese era notevole, a chiudere la nostra cena, un caffè e tre amari.

Caprese con mousse ai frutti di boscoCaprese con mousse ai frutti di bosco

Chiediamo il conto e paghiamo in quattro in totale 150 euro (26 euro la spesa per il vino), il che significa in pratica sui 30 euro a persona. Buono il rapporto qualità – prezzo, direi onesto e giusto. Prima di congedarci salutiamo lo chef e la gentile Lucia.

La Cantina di Ciccillo per noi è stata una piacevole conferma, ci eravamo già stati un paio di anni fa e siamo tornati, proprio nel cuore della Gaeta medievale troverete un locale curato, raffinato ma nel contempo accogliente e non impegnativo, una buona cucina con ottime materie prime, pesce freschissimo, una curata carta dei vini e il personale in sala attento e disponibile. Insomma merita davvero la visita. Buono anche il rapporto qualità – prezzo. Consigliato senza se e senza ma. Parola dei Templari del Gusto!

 

La Cantina di Ciccillo
Vico Gaetani n. 22
Gaeta (Lt)
Tel. 0771 740749
Visita il sito web della Cantina di Ciccillo

Pubblicato in Lazio
Martedì, 12 Febbraio 2019 08:51

Mamma Elena. San Giuseppe Vesuviano (Na)

Siamo a San Giuseppe Vesuviano, a pochi km da Napoli, zona vesuviana quindi, un territorio ricco di tradizioni gastronomiche. Qui da poco più di un anno c’è un indirizzo davvero interessante dove trovare una cucina di mare di assoluto livello: Mamma Elena.
Arrivare da Mamma Elena non è complicato, altro vantaggio è il comodo parcheggio custodito del locale che si trova ad una trentina di metri dal ristorante. Sistemata l’auto ci accomodiamo, ci accompagnano al nostro tavolo (prenotato per tempo). A proposito amici, vi consigliamo soprattutto nel weekend di prenotare con anticipo per avere la certezza di trovare posto. Il ristorante è molto luminoso, predomina il bianco, un solo grande ambiente, arredi essenziali ma di design, gradevole la mise en place.
Da bere prendiamo una minerale e due calici di Grechetto umbro.
Il loro benvenuto è intrigante: sfera di tonno (leggasi polpettina) alla pizzaiola. Rassicurante, gustosa. Eccellente incipit.

Sfera di tonno alla pizzaiolaSfera di tonno alla pizzaiola

Poi prendiamo gli antipasti. Optiamo per la fresella di mare: un’innovativa rivisitazione della fresella, ridotta in crema (una sorta di spuma di fresella e pomodoro), su questa base ci sono tartare di tonno, pezzettini di alici marinate, scarole ricce e maionese di olive. Una proposta sorprendente, piatto interessantissimo, che dona un senso di freschezza e che ci fa già pensare all’Estate.

Fresella di mareFresella di mare

A seguire delle mazzancolle in tempura marinate con soia e zenzero e maionese mojito. Fantastiche le mazzancolle, delicate, morbide generosamente panate e azzeccatissimo l’accostamento con la mayo mojito.

Tempura di mazzancolleMazzancolle in tempura

Chiudiamo la serie di antipasti con una Milanese di Tonno Tataki con cremoso di zucca e foglie fresche. Noi lo ammettiamo abbiamo un debole per il tonno, qui il piatto è ben eseguito e abbiamo trovato ottima la materia prima. Davvero eccellente.

Milanese di tonno TatakiMilanese di tonno Tataki

La nostra cena scorre via piacevolmente. Tra i tavoli passa Gioacchino Vorraro (alias Francesco) che si assicura che tutto vada bene e non lesina consigli e spiegazioni di piatti, cotture e abbinamenti.
E’ il momento dei primi abbiamo preso un piatto di spaghetti con crema di friarielli, lupini e tarallo napoletano sbriciolato. Perfetta la cottura della pasta, gustosa la crema di friarielli che ben si legava ai lupini (che sapore! ), interessante la nota croccante donata dallo sbriciolo di tarallo napoletano. Davvero un gran primo piatto.

Spaghetti con crema di friarielli lupini e tarallo napoletanoSpaghetti con crema di friarielli lupini e tarallo napoletano

Se possibile il top lo raggiungiamo con le candele (del pastificio Vicidomini) con la genolvese di “polpessa”. Delicatissima, equilibrata, perfetta la cottura lunga e sapiente delle cipolle, meraviglioso poi il sapore del polpo, morbido e giustamente sapido. Un piatto che da solo vale già la visita da Mamma Elena. Chapeau!

Candele alla Genovese di polpoCandele alla Genovese di polpessa

Siamo sazi, decidiamo (nostro malgrado di saltare il secondo) e ci tuffiamo sui dessert. Scegliamo un buonissimo Tiramisù dello chef, fatto a regola d’arte.

TiramisùTiramisù

Due caffè e ci offrono due biscottini con mousse di nocciola e cuore di lampone.

Biscottini con mousse di nocciola con cuore di lamponeBiscottini con mousse di nocciola con cuore di lampone



Chiediamo il conto e paghiamo per la nostra cena 75 euro in due. Rapporto qualità prezzo corretto, costo adeguato alla grande qualità della materia prima e al livello delle proposte.

Mamma Elena a San Giuseppe Vesuviano non è un semplice ristorante, è molto di più. E’ il sogno realizzato da due fratelli: Fabio e Gioacchino (detto Francesco) Vorraro. Due ragazzi che hanno aperto un ristorante dedicato alla loro mamma (Elena appunto) che ha trasmesso ad entrambi l’amore per la cucina, dopo aver fatto percorsi individuali i due fratelli si sono ritrovati per dare corpo a questo progetto nato per offrire ai clienti una sapiente cucina di mare, realizzata con una certosina scelta della materia prima e in grado di coniugare la tradizione vesuviana e il pesce sempre fresco. Fabio e Gioacchino in cucina sono davvero all’altezza della situazione. La cucina di Mamma Elena è una cucina prevalentemente di mare (non mancano però anche proposte di terra tutte nel solco della tradizione vesuviana). Tradizione e spunti di innovazione si coniugano alla perfezione. Impeccabile il servizio. Il conto è adeguato al tipo di cucina proposta. Se volete mangiare una grande cucina di mare nell’area vesuviana questo è l’indirizzo giusto. Garantiamo noi.

Mamma Elena
Via Nuova Poggiomarino, n.62
San Giuseppe Vesuviano (Na)
Tel. 081 827 3515
Visita la pagina Fb di Mamma Elena 

Pubblicato in Campania
Domenica, 23 Dicembre 2018 11:11

Porta Riva Ristorante. Avella (Av)

E’ Domenica, siamo in giro nella zona del baianese. Per il nostro pranzo abbiamo deciso di ritornare in un ristorante già visitato due mesi fa e che ci ha davvero colpito: Porta Riva. Siamo in cerca di conferme, l’occasione è propizia.
Abbiamo prenotato senza problemi il nostro tavolo da due. Arriviamo e parcheggiamo agevolmente l’auto nell'ampio parcheggio privato. E’ una bella giornata di sole, fredda ma il cielo è limpido. Di giorno da qui si può godere di una vista davvero niente male. Siamo nella zona alta di Avella. Ci accoglie la gentilissima padrona di casa Michela che ci accompagna al nostro tavolo, con vista su una graziosa cascatella. Come sempre diamo un’occhiata al menù e ordiniamo. Da bere una minerale e una bottiglia di aglianico irpino delle Cantine Di Marzo. Un buon aglianico irpino.
Ci servono uno stuzziacante entreé : lollipop di salmone e piscacchio da intingere in una fonduta di caciocavallo locale. Proposta originale e riuscitissima. Che profumo quella fonduta di caciocavallo!

Lollipop di salmone e pistacchio in fonduta di caciocavalloLollipop di salmone e pistacchio in fonduta di caciocavallo

Ordiniamo come antipasto quello per noi qui è ormai una piacevole consuetudine: il mallone avellinese. Un mantecato di cime di rapa e patate, servito con pancetta croccante su colatura di caciocavallo irpino con dischi di polenta fritta. Cari amici le immagini amici parlano da sole. Piatto a dir poco meraviglioso, gustoso il mallone, fantastico l’abbinamento con la fonduta e interessante la nota croccante della pancetta. Abbiamo fatto centro. Ottima scelta.

Mallone avellinese con pancetta e colatura di CaciocavalloMallone avellinese con pancetta e colatura di Caciocavallo

Tra una chiacchiera e l’altra arrivano i primi che abbiamo ordinato: tagliolini all’uovo con burro di Normandia, pecorino e tartufo irpino. Delicati, equilibrati. Piatto riuscitissimo.

Tagliolini alluovo con burro di Normandia ecorino e tartufo irpinoTagliolini alluovo con burro di Normandia pecorino e tartufo irpino

L’altro primo è il classico piatto della Domenica, degli scrigni ripieni di cacio e pepe con ragù di salsiccia e scaglie di caciocavallo podolico. Altro piatto goloso, eseguito benissimo e che idea gli scrigni di cacio e pepe.


Scrigno di cacio e pepe con ragù di salsiccia e caciocavalloScrigno di cacio e pepe con ragù di salsiccia e caciocavallo

Prima dei secondi passa a salutarci Michela Spoletta per assicurarsi che tutto stia andando per il meglio. La risposta non può che essere affermativa! 
Ma il ritmo ormai è incalzante...
Ecco una entrecote di scottona Prussiana con porcini del partenio, rucola e scaglie di caciocavallo podolico. Fantastica la carne, cotta perfettamente, commovente il connubio con i porcini.

Entrecote di scottona prussiana con porcini del partenio rucola e scaglie di caciocavalloEntrecote di scottona prussiana con porcini del partenio rucola e scaglie di caciocavallo

L’altro secondo è da applausi un filetto di maialino nero irpino che si scioglieva in bocca servito con la scarola saltata con le noci, purea di mela annurca (con la carne di maiale ci sta da Dio) e polvere di caffè. Secondo piatto eccellente. Chapeau!

Filetto di maialino nero irpino scarola saltata purea di mele annurche e polvere di caffèFiletto di maialino nero irpino, scarola saltata e purea di mele annurche e polvere di caffè

Come contorno abbiamo preso una padella di patate e porcini. Ottimi davvero.

Patate e porciniPatate e porcini

A dire il vero siamo sazi ma lo chef Andrea Pagano ci vizia con un pre-dessert: mousse di castagne e amaretti. Deliziosa. La accompagniamo con due grappe barricate.

Mousse di castagne e amarettiMousse di castagne e amaretti

Chiediamo il conto e paghiamo per il nostro pranzo 70 euro in due. Un rapporto qualità prezzo corretto.

Siamo tornati con piacere da Porta Riva. La prima volta ci era piaciuto molto adesso se possibile ancora di più. E’ stata una grandissima conferma. Il locale è grande, luminoso, arredato con gusto, ti trasmette una sensazione di familiarità. Ci si sente a casa in pratica. Semplice ma d’effetto la mise en place. Il servizio è puntuale e attento. Fantastica l’accoglienza di Michela, davvero un’ottima padrona di casa che cura la sua “creatura” con passione, amore e grande impegno.
A costo di ripeterci dobbiamo dire che il valore aggiunto di questo ristorante è lo chef Andrea Pagano. Sentirete molto parlare di lui semplicemente perché merita, ha talento e ha dalla sua un'umiltà senza pari. La sua è una cucina di livello che riesce a valorizzare alla perfezione i prodotti del territorio, le sue proposte che possono sembrare semplici denotano invece una spiccata personalità. Direi che la sua cucina è il giusto mix tra tradizione, innovazione e creatività. Il servizio è preciso e professionale. Molto buono poi il rapporto qualità prezzo. Porta Riva ad Avella è un indirizzo da segnare in agenda senza “se” e senza “ma”.. Cosa aspettate? Andateci e ci darete ragione. Parola dei Templari del Gusto.

Porta Riva Ristorante
Via dei Mulini n.47
Avella (Av)
Tel. 081 510 38 03
Visita la pagina Fb di Porta Riva

Pubblicato in Campania
Mercoledì, 19 Dicembre 2018 13:00

Fuoco. Roma

Ho scoperto questo ristorante grazie al consiglio di alcuni colleghi amanti del buon cibo e sempre alla ricerca di nuovi posti da visitare. Vi dico subito che questo è uno di quei locali che si possono definire “alla moda” ma anche di grande sostanza. Fuoco è situato nel cuore del quartiere Prati, a due passi da Piazza Cavour, ed è il posto ideale dove trascorrere una serata tra amici o in famiglia. Il menù proposto è infatti di quelli che offrono grande scelta, capace di soddisfare veri e propri carnivori quanto vegetariani. Troverete la cucina romana, ma anche quella europea.

Il clima avvolgente, l’atmosfera calda di questo ristorante dove il personale ha sempre il sorriso (dettaglio per me di grande importanza ma per niente scontato) ha accompagnato la nostra serata. Nonostante il locale fosse pieno (la prenotazione è d’obbligo) non c’era quel frastuono che impedisce di ascoltare i propri pensieri. Altro punto a favore. Abbiamo iniziato dal settore “fritti”, con una tempura di gamberi. Eccellente nella sua croccantezza, esaltata dalla salsa tartara.

Veniamo ai primi. I tonnarelli cacio e pepe, un must della cucina romana, sono stati reinventati con limone e gamberoni. Un accostamento che può sembrare azzardato, ma solo sulla carta perché la nota fresca e acidula del limone conferisce una marcia in più al piatto.

Tonnarelli cacio e pepe con limone e gamberoniTonnarelli cacio e pepe con limone e gamberoni

Cremose al punto giunto, anche le fettuccine di kamut con baccalà, pomodorini e olive nere hanno superato a pieni voti la prova degustazione.

Fettuccine di kamut con baccalà pomodorini e olive nereFettuccine di kamut con baccalà pomodorini e olive nere

Fuoco è famoso anche per la sua carne, tutta proveniente dalla storica macelleria Annibale di via di Ripetta (i romani, ma non solo loro, la conoscono bene e sanno che propone solo carni pregiate). Da provare sicuramente la tartare di filetto di manzo danese. Può essere un antipasto ma anche un secondo piatto.

Tartare di filetto di manzo daneseTartare di filetto di manzo danese

Merita anche la cantina di pregio a disposizione, con vini (anche al calice), birre e cocktails per tutti i gusti. Noi abbiamo scelto un rosso, il Montecorna Valpolicella Ripasso Classico Superiore 2016 Linea Remo Farina.

Per chiudere, dalla carta dei dolci: consiglio vivamente i biscotti della casa accompagnati dalla crema pasticciera (più che sufficienti per 2 persone).

Biscotti della casa con crema pasticcieraBiscotti della casa con crema pasticciera

Da non perdere il meraviglioso tiramisù.

TiramisùTiramisù

In 3 abbiamo speso 106 euro. Un prezzo più che corretto e commisurato alla qualità del menù. In definitiva un posto decisamente da provare! Fidatevi di noi... 

 

Fuoco bere - dolce - salato
Via Cicerone n.34
Roma
Tel. 06 3236983
Accetta carte di credito: SI
Orario 12.00 – 02.00
Prezzo medio

Visita il sito web di Fuoco. Bere - dolce - salato

Pubblicato in Lazio
Giovedì, 13 Dicembre 2018 08:00

Bocca di Bacco. Cimitile (Na)

Facciamo tappa a Cimitile, cittadina dell’agro nolano nota per le Basiliche paleocristiane. Qui c’è il posticino che abbiamo scelto per la nostra cena: Bocca di Bacco. Arrivare qui non è affatto complicato anche se il ristorante si trova in una stradina non visibilissima. Siamo comunque in una zona centrale.
Parcheggiamo l’auto a pochissimi metri dal locale. Entriamo, veniamo accolti con grande garbo, ci accompagnano al nostro tavolo. L’interno è gradevole, curato, volutamente minimal. Sobria la mise en place. Da bere una minerale e due calici di Negroamaro Salento rosso dell’azienda i Buongiorno, un vino persistente, con intriganti sentori di spezie e frutti rossi. Davvero eccellente.

Negramaro dellazienda I BuongiornoNegramaro dell'azienda I Buongiorno


Diamo un’occhiata al menù e decidiamo subito di ordinare un antipasto. Prima ci servono uno stuzzicante benvenuto: bon bon di ricotta con panatura allo zafferano. Deliziosa….

Bon Bon di ricotta con panatura di zafferanoBon Bon di ricotta con panatura di zafferano


Ecco la prima uscita che consiste in tutta una serie di proposte, alcune finger food, ideate dal bravissimo chef Stefano borrelli. Cominciano le danze ci servono uno stracotto di black angus con crema di peperoni, davvero un connubio riuscitissimo, parmigiana all’ortolana con crema di provola (delicatissima), e un commovente gateau di patate con pere e zenzero. Siamo di fronte a proposte originali e ben presentate.

Stracotto di black angus con crema di peperoni parmigiana allortolana con crema di provola e gateau di patate con pere e zenzeroPrima proposta di antipasti 


L’antipasto non finisce certo qui, ci servono un piatto con una frittatina di funghi con emulsione di ortiche, dal sapore deciso e intenso, riso venere con crema di pistacchi (ottimo abbinamento), un morbidissimo flan di carciofi con salvia, e del saporito formaggio in crosta di sesamo e speck. Anche queste proposte ci hanno convinto denotando grande sapienza da parte dello chef. La nostra cena procede alla grande.

Fruttatina di funghi con emulsione di ortiche riso venere con crema di pistacchi flan di carciofi con salvia e formaggio in crosta di sesamo e speckSeconda uscita di antipasti 

Altra sorpresa, arriva un vol-au-vent di polenta bianca dei monti bellunesi macinata a pietra con uno squisito ragù di cinghiale macerato al ginepro. Chapeau!

Vol au vent di polenta con ragù di cinghialeVol au vent di polenta con ragù di cinghiale

Decidiamo di degustare un primo piatto e optiamo per uno dei primi più richiesti: panciotti con melanzane e provola con melanzane e pomodoro San Marzano. Eccellenti…. E che sapore suadente quel sughetto!

Panciotti con provola e melanzana con melanzane e pomodoro San MarzanoPanciotti con provola e melanzana con melanzane e pomodoro San Marzano

Bocca di Bacco è rinomata per la carne, potevamo non assaggiarne un po’? Rimediamo al volo..Decido di gustare un morbidissimo maialino nero casertano aromatizzato alla brace. Da svenimento, la carne era bella compatta, profumata, tenera, con una quantità di grasso un po’ più alta della media ma comunque l’effetto è stato gradevolissimo.

Maialino nero aromatizzato alla braceMaialino nero aromatizzato alla brace

Accompagniamo la carne con delle meravigliose patate al forno.

Patate al fornoPatate al forno

Passa a salutarci al tavolo il padrone di casa Onofrio Dennetta, vero motore della Bocca di Bacco, appassionato, preparato, ci racconta la storia del suo locale che propone una cucina di livello con un’attenzione maniacale in particolare alle carni tutte eccellenti e selezionate. Ci racconta anche del Bed and Breakfast che si trova al primo piano sopra il ristorante.
Chiudiamo in dolcezza e prendiamo un dolce in due. Lo chef Stefano Borrelli ci fa degustare il suo “vulcano buono” nella versione natalizia. Una dolce riproduzione di un alberello di Natale: cono di cioccolato extrafondente con ripieno di stracciatella, sbriciolata di meringa, e cioccolato. Io accompagno il dolce con un bel Rum Don Papa.

Il dessertIl dessert proposto dallo chef Stefano Borrelli 

 

Chiediamo i l conto e paghiamo per la nostra cena 70 euro in due. Rapporto qualità prezzo corretto se consideriamo la qualità delle materie prime utilizzate e il livello delle proposte.

Bocca di Bacco a Cimitile è un ristorante imperdibile. Qui potete gustare una cucina di livello, ottimi antipasti, originali proposte capaci di valorizzare le verdure e i prodotti di stagione, interessanti primi ma il pezzo forte del locale è la carne. Bocca di Bacco è rinomato per l’ottima carne, qui trovate i migliori tagli italiani e stranieri, carni selezionate. Dall’angus argentino al black angus americano, dal Kobe al maialino iberico, dalla manzetta prussiana al maialino nero casertano ma trovate anche carni insolite come il filetto di cammello, di canguro, di renna, di zebra, di struzzo. Il valore aggiunto è lo chef Stefano Borrelli, un vero talento, la sua cucina è senza fronzoli, ottima tecnica di base e la giusta dose di creatività. Il servizio è preciso e professionale. Buona e fornita la carta dei vini, corretto il rapporto qualità prezzo. Cosa aspettate a farci un salto? Garantiamo noi…..


Bocca di Bacco

Via Croce n.15
Cimitile (Na)
Tel.  320 888 1306
Visita il sito web della Bocca di Bacco 

 

 

Pubblicato in Campania
Mercoledì, 14 Novembre 2018 11:03

La Via delle Taverne. Atripalda (Av)

L'atmosfera delle antiche taverne partenopee in terra Irpina.

E’ una bella Domenica autunnale, c’è il sole, il clima è frizzantino, siamo ad Atriplada, centro a pochissimi Km da Avellino. Proprio qui in posizione centralissima sulla Via Appia (proprio di fronte alla clinica Santa Rita) c’è un indirizzo che conosciamo bene: la Via delle Taverne. A distanza di qualche anno siamo tornati per provare nuovamente la loro cucina. Parcheggiamo l’auto agevolmente a pochi metri dal locale. Dall’esterno non si può immaginare cosa si troverà all’interno. Varcato l’ingresso ci si immerge in un altro mondo. Sembra di tornare indietro nel tempo: legno, ferro, pietra, colori caldi, una sorta di corridoio con una serie di salette (le Taverne), e una grande sala in fondo sulla sinistra. Molto caratteristiche le “Taverne”, l’idea è quella di riproporre l’atmosfera della Napoli del settecento, con questi ambienti separati che danno l’idea di spazi ideali per chi oltre all’esperienza di gusto desidera privacy e tranquillità.
Anche il menù parla “napoletano”: tante proposte di stampo partenopeo, dalla parmigiana di melanzane, alle alici ripiene, dalla genovese, ai mitici vermicelli alla scammaro (con olive, acciughe, capperi, pinoli e uvetta), alla pasta e fagioli alla pasta e patate con la provola, tanto per citarne qualcuna.

Ci sono quindi tanti piatti della tradizione partenopea ed alcune proposte mutuate dalla cucina borbonica e dalle ricette di Vincenzo Corrado, grande gastronomo del ‘700, uomo di cultura e cuoco che scrisse la “cucina mediterranea”, valorizzando la cucina tradizionale e regionale italiana. Ci sono tante proposte molto interessanti.
Intanto passa a salutarci il padrone di casa Francesco Pedace, instancabile, appassionato, sempre pronto a consigliare e spiegare proposte, prodotti e menù.
Da bere una minerale e due calici di aglianico Racemus di Giovanni Molettieri, un bel vino rosso, giustamente tannico, corposo, di un bel colore rosso rubino e sentori di frutti rossi. Perfetto per accompagnare il nostro pranzo.

Prendiamo un antipasto con sei pezzi: una parmigiana, un colì con carne di vitello e carciofi in cestino di pasta sfoglia, una alice ripiena di ricotta pecorino e basilico (ottima) e i tre involtini, quello di melanzana con ricotta, mandorle, zucchero e cannella, quello di peperoni con purea di ceci, e quello di zucchine con tonno e mandorle. 

Antipasto Parmigiana colì di carne e carciofi alice ripiena e tre involtiniAntipasto - Parmigiana, colì di carne e carciofi, alice ripiena e tre involtini

Prendiamo un altro assaggio di colì visto che abbiamo gradito molto. Arrivano i primi: dei commoventi paccheri lardiati, con basilico, passata con pomodorini, lardo e guanciale di nero. Semplicemente perfetti, delicati, equilibrati, profumati, con quel sughetto che mi ha costretto alla scarpetta.

Paccheri lardiatiPaccheri lardiati

E un piatto di fusilli (Voiello) con peperoni, peperoni, burrata e pesto. Una proposta (ideata da loro) davvero intrigante.

Fusilli con peperoni burrata e pestoFusilli con peperoni burrata e pesto

Il nostro pranzo della Domenica scorre via piacevolmente, il locale è pieno ma il servizio è comunque celere. Ecco i nostri secondi.

Una fricassea di pollastro con insalata su purè di patate, ricetta antica molto particolare. Delicata la carne di pollo cotta nel brodo, con cipolle, patate e carote.

Fricassea di PolloFricassea di Pollo

Per l’altro secondo ho optato per un classico: le polpette della nonna. Semplicemente divine. A partire dalla grandezza (sono belle grandi!), prima fritte e poi tuffate in un ragù che cuoce ben 10 ore. Questo piatto mi ha commosso ricordandomi la cucina di mamma e di nonna e che meraviglia quel ragù, fatto come si faceva una volta! Profumato, denso.... Sono stato costretto nuovamente alla scarpetta ! (Sigh, sigh..).

Polpette della nonnaPolpette della nonna

Come contorno i tradizionali friarielli napoletani saltati in padella e belli piccanti.

Friarielli saltati in padellaFriarielli saltati in padella

Siamo sazi, saltiamo il dessert e chiediamo il conto. Paghiamo per il nostro pranzo 65 euro in due , davvero un fantastico rapporto qualità – prezzo. Bisogna sottolineare una cosa che ci è piaciuta molto: i prezzi sul menù non riservano sorprese, nel senso che qui la somma dei prezzi dei piatti scelti equivale al totale del conto che andrete a pagare, quindi il pane, il coperto, l'acqua così come a fine pasto, il caffè o l'amaro non hanno costi ulteriori ma sono compresi nel prezzo dei singoli piatti scelti. Una scelta lodevole fatta nell'interesse del cliente.  Andiamo via davvero sofddisfatti.

La Via delle Taverne ad Atripalda è un indirizzo sicuro. Qui trovate anzitutto un locale molto particolare, la location è caratteristica, suggestiva e ripropone un po’ l’atmosfera delle antiche taverne napoletane del 700, la cucina naturalmente guarda alle tradizioni partenopee, ci cono anche antiche ricette borboniche e piatti mutuati dalle ricette del gastronomo Vincenzo Corrado. Le proposte sono di livello, ottimi i prodotti e le materie prime utilizzate. Il resto lo fa Francesco Pedace, vulcanico ingegnere partenopeo, appassionato di cucina e storia che qui da qualche anno ha realizzato il suo sogno: dare vita ad un locale unico nel suo genere e capace di regalare emozioni. Da provare e riprovare… Garantiamo noi.


La Via delle Taverne
Via Teodoro Mommsen, n. 11/13
Atripalda (Av)
Tel. 0825 622564
Visita la pagina facebook della Via delle Taverne

 

Pubblicato in Campania
Lunedì, 29 Ottobre 2018 18:07

La Corte dei Filangieri. Candida (Av)

E’ un Sabato autunnale ma baciato dal sole, siamo in Irpinia, abbiamo scelto per pranzo di tornare dopo un pò alla Corte dei Filangieri. Siamo a Candida, borgo ad una decina di Km da Avellino, siamo a poco meno di 600 metri di altitudine. Ci si arriva facilmente sia da Avellino Est che Avellino Ovest con uscita sull’ofantina. Candida ha una storia antichissima e per molti anni fu feudo dei Filangieri, grazie alla grande considerazione che questi avevano presso la corte di Federico II, Candida divenne universitas e conobbe anni di splendore e sviluppo sia economico sia demografico. Il nome del ristorante richiama appunto la nobile famiglia dei Filangieri. Siamo all’inizio del centro storico del paese, in prossimità della piazza.

La Corte dei Filangieri. Candida Av Ingresso localeLa Corte dei Filangieri. Candida (Av) - Insegna locale

Parcheggiamo l’auto a pochi metri dal locale ed entriamo. L’impatto è notevole. Il locale si trova in una cantina del ‘700, c’è la bella pietra viva bene in vista, un mix di rustico ed antico, oggetti antichi di vita contadina e quotidiana alle pareti. Luce soffusa, bella e gradevole musica di sottofondo.

La Corte dei Filangieri. Candida Av Particolare della SalaLa Corte dei Filangieri. Candida (Av) - Particolare della Sala

L’atmosfera è davvero piacevole. Ci accomodiamo e ci servono il menù. Per una precisa scelta, ci sono poche portate. Pochi piatti ma strettamente legati al territorio. Trionfa sua maestà il baccalà, ma ci sono anche le carni, i formaggi locali, i salumi, la pasta tirata a mano. Insomma qui c’è la vera cucina del territorio, senza compromessi.
Da bere ordiniamo una minerale e una bottiglia di Aglianico di Salvatore Molettieri. Un rosso corposo, di personalità, giustamente tannico e perfetto per accompagnare il nostro pranzo. Cominciamo con l’antipasto. Arriva un piccolo tagliere con capocollo locale, caciocavallo podolico e salame “pezzente” di Veticano. Accompagnati con una focaccia di frumento di riso e mais. 

Il TagliereIl Tagliere

Ecco una fantastica zuppa di fagioli quarantini di Voluturara Irpina,  presidio Slow food (chiamati così per la durata del loro ciclo di maturazione) e castagne. Chapeau!

Zuppa di fagioli quarantini di Voluturara irpina e castagneZuppa di fagioli quarantini di Voluturara irpina e castagne

Optiamo poi per un must della zona: il mallone, rape e patate accompagnati dal tartufo. Piatto eseguito benissimo. Siamo nel pieno della tradizione.

Rape e patare con tartufoRape e patare con tartufo

Finito qui l’antipasto? No, no…. Ecco un meraviglioso baccalà con insalata di rinforzo. Goduria….

Baccalà e insalata di rinforzoBaccalà e insalata di rinforzo

Il nostro pranzo fila via che è una bellezza. L’ambiente raffinato ma rustico nel contempo invita alla convivialità.  L’atmosfera è davvero piacevole, e apprezziamo anche il sottofondo musicale. Intanto ecco che arrivano i primi..
Una puttanesca di baccalà: ziti spezzati, pomodoro San Marzano, baccalà, olive e capperi. Un piatto che ci ha convinto, davvero ben fatto. Cottura della pasta perfetta, e quel sugo cos’era! E che profumo …

Puttanesca di baccalà Puttanesca di baccalà

E degli spaghetti aglio, olio, peperoncino, granella di nocciola e pan grattato. Un piatto davvero ben eseguito. Buonissimi!

Spaghetti quadrati aglio olio peperoncino granella di nocciole e pan grattato ok Ok Spaghetti quadrati aglio olio peperoncino granella di nocciole e pan grattato

Intanto esce a salutarci lo chef, bravissimo, che ci racconta un po’ quella che è la sua filosofia di cucina: riproporre i piatti del territorio, quelli della tradizione contadina locale, fatti con materie prime fresche e selezionate. Le migliori carni irpine ricercate, i prodotti dell’orto, i salumi locali e i formaggi con su tutti sua maestà il pecorino Carmasciano, il baccalà. Insomma un vero “santuario della cucina territoriale contadina”.
Dopo un po’ arriva il secondo: baccalà alla “pertecaregna” . Tradizione irpina pura... Poesia… La nostra è stata proprio un’ottima scelta.

Baccalà alla pertecaregnaBaccalà alla pertecaregna

Non possiamo chiudere il nostro pranzo senza un dessert e allora optiamo per un “castagnaccio”. Delicatissimo...

CastagnaccioCastagnaccio

E la mitica “coviglia”, (semifreddo alla nocciola), accompagniamo il dolce con del barolo chinato.

Coviglia semifreddo alla nocciolaCoviglia semifreddo alla nocciola

Chiediamo il conto e per il nostro pranzo paghiamo 60 euro in due. Davvero un ottimo rapporto qualità-prezzo.

La Corte dei Filangieri si conferma come un indirizzo sicuro, la creatura di Antonio Pertillo continua a crescere e va avanti non tradendo quelli che sono i suoi principi: qualità, tradizione ed attenzione maniacale alla scelta delle materie prime. Mauro Reda in cucina è il valore aggiunto. E’ un grande talento ed ha la capacità innata di dare un’anima moderna agli antichi piatti della tradizione contadina. Grazie alla sue sapienti “mani” il mallone, la trippa e fagioli, i mugnatielli, il baccalà in tutte le sue declinazioni, le zuppe, le paste fatte a mano, si vestono di una luce nuova, “moderna” senza dimenticarsi però della loro origine e della loro storia. E’ questa la forza della Corte dei Filangieri: la ricerca, la difesa, il culto della tradizione a tavola, senza compromessi. Una scelta che alla lunga paga. Chi viene qui sa cosa troverà e per cosa ritornerà, una grande cucina del territorio, ben eseguita con spunti di modernità e creatività. Il servizio è preciso e veloce. Il rapporto qualità-prezzo è ottimo.
E’ un indirizzo da segnare in agenda senza “se” e senza “ma”. Garanzia.

 

La Corte dei Filangieri
Via Fontanelle n.4
Candida (Av)
Tel. 0825 986414
Visita il sito web della Corte dei Filangieri

Pubblicato in Campania
Giovedì, 18 Ottobre 2018 08:58

Li Jalantuùmene. Monte Sant’Angelo (Fg)

La cucina di Gegè Mangano, talentuoso, vulcanico, creativo.  

Siamo a Monte sant’Angelo, una delle perle del Gargano situata su uno sperone di roccia in bella posizione panoramica ad oltre 800 metri sul livello del mare da cui si ammira ad ovest il Tavoliere e a sud il mare e Manfredonia.
Monte Sant’Angelo è un centro dalla storia antichissima con il meraviglioso Santuario di San Michele Arcangelo (patrimonio UNESCO), uno dei luoghi più importanti della cristianità meta di pellegrinaggi e visitato da centinaia di migliaia di fedeli ogni anno. Con un pittoresco centro storico, il Rione Junno caratterizzato dalle sue casette bianche tutte uguali, con i caratteristici comignoli e strette le une vicine alle altre quasi ad abbracciarsi. Un’altra cosa da non perdere è il castello Normanno – Svevo che dall’alto domina il borgo. Qui sono passati in tanti: i Bizantini, i Longobardi, i Saraceni, i Normanni e ciascuno ha lasciato una sua eredità, una sua traccia che è arrivata fino ai giorni nostri.
In questo angolo meraviglioso del Gargano, in questo borgo sospeso tra storia, tradizioni e modernità ha creato la sua oasi Gegè Mangano. Monte Sant’Angelo è il suo paese di origine e qui lui ha realizzato il suo sogno: Li Jalantuùmene è molto di più di un ristorante, oserei dire che è una filosofia, un modus vivendi, un’esperienza dei sensi a 360 gradi. Siamo in Piazza de Galganis nel cuore del centro storico, a due passi dalla Chiesa della Santissima Trinità, che appartenne alle monache clarisse che la fondarono nel Quattrocento.
Qui c’è il ristorante, e qui c’è anche Casa Li Jalantuùmene: 4 stanze e 8 posti letto per chi volesse godersi un soggiorno in questo borgo incantato in ambienti sobri, raffinati, coccolati con una mitica colazione di fatta con le bontà e i prodotti locali.

Abbiamo prenotato il nostro tavolo. Siamo in 3. Arriviamo e ci accomodiamo all’esterno, (per fortuna la Domenica di Ottobre è ancora mite). All’interno il locale è piccolo, raccolto, intimo, raffinato. Colpisce poi il balconcino con tavolo da due posti ideale per un pranzo o una cena romantica. Ci accoglie la signora Anna (detta Ninnì’), la moglie di Gegè. Poco dopo passa a salutarci lui. Conoscevamo già Gegè, lo avevamo visto all’opera in diverse occasioni e ammirato più volte in Tv. Vulcanico, loquace, arguto, è un vero “istrione garganico”, con la battuta sempre pronta e una simpatia contagiosa.

Li JalantuùmmeneLi Jalantuùmmene. Monte Sant'Angelo (Fg)

Diamo un’occhiata al menù, c’è la possibilità di ordinare “a la carte”, oppure di optare per un interessante menù degustazione di 4 portate (costo 35 euro bevande escluse). Ci affidiamo a lui ed aspettiamo incuriositi. Intanto da bere ordiniamo una minerale e una bottiglia di Nero di Troia Torre del Falco dell’azienda Torrevento, un vino IGT che fa affinamento solo in acciaio e bottiglia, ottimo, dal gusto pieno, con sentore di cuoio e frutti rossi, bello corposo, di un bel colore rosso rubino.

Nero di Troia Torre del Falco dellazienda TorreventoNero di Troia Torre del Falco dell'azienda Torrevento

Intanto ci arriva un graditissimo entreé: rivisitazione di pane e pomodoro, semplicità e bontà. L’ottimo pane di Monte Sant’Angelo, pomodori locali e l’olio prodotto da Gegè. Buonissimo..

Pane e pomodoroPane e pomodoro

Dopo poco arriva il primo antipasto: pane fritto con friarielli, pomodoro, caprino e salsa di vincotto di fichi. Meraviglioso. Anche qui da notare come gli ingredienti si percepiscano tutti a creare una perfetta armonia, i sapori del territorio, della campagna esaltati con maestria.

Pane fritto con friarielli pomodoro e scaglie di caprino eslsa di vincotto di fichiPane fritto con friarielli pomodoro e scaglie di caprino eslsa di vincotto di fichi

Ecco poi una vellutata di “mugnoli”(un raro ortaggio chiamato anche “cavolo povero” con le cime e un’infiorescenza simile a quella delle cime di rapa) con una mousse di ricottina di podolica, pepe rosa in grani e l’olio di Gegè. Una poesia, delicata, avvolgente.



Vellutata di mugnoli con una mouse di vacca podolica pepe rosa in grani e lolio di GegèVellutata di mugnoli con una mousse di vacca podolica pepe rosa in grani e l'olio di Gegè

Siamo davvero soddisfatti, ma siamo curiosi di scoprire il resto del nostro pranzo e le altre proposte. Arriva il primo assaggio di primo: ravioli ripieni di ricotta di podolica con bottarga di muggine. Interessante il contrasto tra il gusto delicato dei ravioli ed il sapore deciso, intenso, sapido della bottarga.

Ravioli ripienidi ricotta di podolica con la bottarga di muggineRavioli ripienidi ricotta di podolica con la bottarga di muggine

Ci servono la seconda proposta di primo: paccheri di Gragnano (del Pastificio dei Campi) con crema di friarielli, mandorle tostate e peperone crusco. Anche qui siamo di fronte ad un piatto eseguito a regola d’arte, pressoché perfetta la cottura della pasta, delicata la crema di friarielli, interessante la nota croccante data dalle mandorle e dal peperone crusco.

PAccheri con crema di friarielli mandorle tostate e e peperone cruscoPaccheri con crema di friarielli mandorle tostate e peperone crusco

Ritorna da noi lo chef per assicurarsi che tutto proceda per il meglio. Saremmo quasi tentati di fermarci ma non possiamo esimerci dall’assaggiare il secondo.
Optiamo per una guancia di maialino da latte con patate al rosmarino e funghi cardoncelli. La carne era tenerissima e quasi si scioglieva in bocca, divino l’abbinamento con le patate e i funghi cardoncelli. Gran piatto.

Guancia di maialino da latte con patate al rosmarino e funghi cardoncelliGuancia di maialino da latte con patate al rosmarino e funghi cardoncelli

Per pulire e rinfrescare il palato ci servono una sorta di macedonia con frutta e ortaggi.

Piccola macedonia di frutta e ortaggiPiccola macedonia di frutta e ortaggi

"Dulcis in fundo" (è il caso di dirlo), ecco una panacea di ricotta di podolica, con sbriciolo di biscotto alla cannella e salsa all’aleatico, un dolce delicato, suadente, degna chiusura di un pranzo da ricordare. Accompagniamo il dessert con un notevole Rum della Martinica a seguire un caffè.

Panacea di ricotta con sbriciolo di biscotti alla cannella e salsa di aleaticoPanacea di ricotta con sbriciolo di biscotti alla cannella e salsa di aleatico

Chiediamo il conto e per il nostro pranzo paghiamo poco meno di 60 euro a testa . Va detto che il costo medio di un pranzo o cena oscilla tra i 45 e i 60 euro più il vino, costo direi più che adeguato al contesto, alla proposta di cucina ed alla qualità delle materie prime utilizzate.
A fine pranzo Gegè ritorna da noi e ci racconta un po’ la sua storia incredibile, i suoi viaggi, le sue esperienze, (quasi da sceneggiatura, da film, chissà che Gegè non ci pensi prima o poi…).
Poi ci fa visitare una camera del suo B&B (Casa Li Jalantuùmene) e la novità della Vineria – Bistrot il Mò Wine che si trova a pochi passi dal ristorante e che apre di sera per accontentare un’altra fetta di pubblico che vuole magari cenare qualcosa e abbinare un buon calice o comunque bere in compagnia di amici. Qui si possono acquistare anche prodotti del territorio (pasta, vino, olio) e gadget (dalle t-shirt ai grembiuli da cucina e tanto altro) ideati da Gegè.

Li Jalantuùmene è una tappa imperdibile, qui potrete vivere un’esperienza dei sensi ed abbandonarvi ai sapori del territorio sapientemente miscelati da Gegè Mangano: talentuoso, vulcanico, creativo.
Il suo sogno fin da ragazzo era quella casetta abbandonata nel centro storico, dove oggi è nata Casa Li Jalantuùmene gestita da tutta la famiglia con passione e rispetto per gli ospiti. Il ristorante poi è una bomboniera, una chicca. Un luogo per molti ma non per tutti nel senso che chi viene qui, sa quello che troverà: una cucina capace di valorizzare in pieno i prodotti del territorio partendo dalle radici contadine. Dietro ogni piatto c’è ricerca, studio delle materie prime, grande tecnica e “anima”. Quello che adoro quando provo la cucina di uno chef è percepire la sua “anima”, la sua personalità. Non basta solo la tecnica e non tutti ne sono capaci. Gegè Mangano invece ci riesce in pieno trasmettendo con le sue proposte emozione vera. Il resto poi lo fa la sua travolgente simpatia. Li Jalantuùmene, da provare e riprovare. Garantiamo noi …

Li Jalantuùmene
Piazza De’ Galganis n.5
71037 Monte sant’Angelo (Fg)
Tel. 0884 565484
Visita il sito web del ristorante e B&B Li Jalantuùmene

Pubblicato in Puglia
Lunedì, 01 Ottobre 2018 02:20

Satyricon. Formia (Lt)

A due passi dal Cisternone un ristorante da non perdere.

Siamo stati a Formia uno dei luoghi turistici più importanti del Lazio. Figlia di un passato antico, Formia non è solo mare e vacanze ma è ricca di storia. Dopo aver visitato il suggestivo centro storico (il Rione Castellone) veniamo rapiti dal Cisternone romano , opera idraulica costruita in età imperiale. Imponente e bellissimo. Dopo questa visita emozionante decidiamo di fermarci a cena in un ristorante a due passi dal monumento: il Satyricon

E’ fine Estate c’e una temperatura ancora piacevole. Giunti al locale veniamo accolti da personale di sala che ci fa accomodare nella piazzetta adiacente al ristorante.

Prima di accomodarci diamo uno sguardo alla struttura interna, un locale semplice in stile moderno dove prevale il bianco. Ci sediamo come detto all’esterno e veniamo accolti con un calice di prosecco e un entrée piacevole: melanzana, pomodoro e mozzarella.

Entrée okEntrée

Diamo uno sguardo al menù, intanto ordiniamo del vino Fiano, per il resto decidiamo di lasciare libero  sfogo alla fantasia creativa dello chef.

Come antipasto  ci viene servito un tortino di patata morbida con polpo e una deliziosa rosa di salmone danese affumicato artigialmente al profumo di mirto.  Il piatto anche bello da vedere  è delicato, il salmone è superlativo e il polpo ha una cottura pressoché perfetta.

Tortino di patate con polpo e rosa di salmone danese affumicato al profumo di mirtoTortino di patate con polpo e rosa di salmone danese affumicato al profumo di mirto

Ecco un assaggio di primo scelto dallo chef: fettuccine al nero di seppia con fiori di zucca e tartare di gamberi rossi. Credetemi una vera delizia, a cominciare dalla pasta fatta in casa fino alla materia prima e i prodotti di alto livello. Ho gradito molto il contrasto caldo freddo della pasta con la tartare di gamberi delicatissima e gustosa.

Fettucine al nero di seppia con fiori di zucca e tartare di gamberi rossiFettucine al nero di seppia con fiori di zucca e tartare di gamberi rossi

Già questo piatto ci conquista e ci appaga. Stiamo trascorrendo una bella serata che continua con l’altro assaggio propostoci: gnocchi di patate con baccalà e pomodorini gialli. Ottimi!

Gnocchi di patate con baccalà e pomodorino gialloGnocchi di patate con baccalà e pomodorino giallo

Come secondo piatto decidiamo di prendere 2 pietanze differenti: una frittura di gamberi e calamari.

Frittura di gamberi e calamariFrittura di gamberi e calamari

E un’ intrigante spigola fritta. La frittura è asciutta con un’ impanatura perfetta,  il pescato freschissimo, morbido e saporito. Nota di merito per la spigola. Eccezionale … L’abbiamo gustata altrove in mille modi ma mai così. Meravigliosa ci fa godere appieno del sapore del mare..

Spigola frittaSpigola fritta

Lo chef dalla cucina ci chiede un nostro parere visto che questa è una ricetta antica tramandata dal padre. La risposta non può che essere positivo. Davvero buona..

Per finire chiediamo un solo dessert, optiamo per un vasetto di cheesecake ai frutti di bosco con base di biscotto. Terminiamo così in dolcezza nel migliore dei modi una serata davvero piacevole.  Abbiamo trovato un bel centro storico ed un ristorante interessante. Chiediamo il conto e paghiamo 35 euro a persona per 3 antipasti, 3 assaggi di fettuccine, 3 assaggi di gnocchi, due secondi, un dessert, vino della casa e 2 minerali. Direi un corretto rapporto qualità – prezzo.

Abbiamo scoperto un ristorante davvero notevole. Si nota la volontà del giovane chef di proporre una cucina di livello con una attenzione importante alle materie prime. Il pesce poi è freschissimo e cucinato alla perfezione.  Sapete bene che in località molto frequentate non è semplice trovare ristoranti non turistici. Satyricon merita una visita, provatelo e ci darete ragione.

Satyricon
Via Traiano n. 32
Rione Castellone. Formia (Lt)
Tel.  391 401 9842
Visita la pagina Facebook di Satyricon Formia

    

Pubblicato in Lazio

Articoli di Tendenza

nasce con una finalità ben precisa: proporsi come un nuovo modo di raccontare il food, dinamico, creativo, accattivante, fuori dai soliti schemi.

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